Alessandro Aldrovandi, uno dei relatori al prossimo ITForum ’09 di Rimini, anticipa l’argomento dei propri interventi, che si terranno:
– Giovedì 21 maggio, dalle 9:30 alle 11, nella sala D1 (piano superiore)
– Giovedì 21 maggio, dalle 15 alle 16, presso lo Stand di IntesaTRADE
TRADING CON I VOLUMI PER LIVELLO
Secondo la teoria tradizionale di analisi tecnica, i volumi corrispondono alla quantità numerica di titoli (azioni, contratti future o altro) che vengono scambiati durante la seduta di Borsa e sono solitamente visualizzati nella parte bassa del grafico con una successione di istogrammi verticali suddivisi in base al timeframe scelto. Il loro studio è fondamentale ai fini di una corretta interpretazione dell’andamento delle quotazioni perché consente di trovare conferme sugli eventuali movimenti direzionali del mercato, in base alla teoria di Dow. Quando i volumi di scambio sono elevati o in crescita, generalmente confermano la forza del trend primario in corso, rialzista o ribassista che sia. Al contrario, quantità negoziate scarse o in evidente diminuzione dovrebbero indicare una fase di incertezza: a volte solo una momentanea correzione del trend principale, talvolta una sua definitiva inversione.
Gli analisti tecnici che si sono dedicati nel corso degli anni allo studio approfondito dei volumi hanno fatto notare che le rappresentazioni grafiche tradizionali, indipendentemente dal timeframe utilizzato, forniscono dati interessanti se gli istogrammi vengono analizzati nella loro successione temporale (e confrontati con lo sviluppo grafico dei prezzi) ma non riescono a mostrare dettagliatamente ciò che sta avvenendo nell’unità di tempo scelta mentre si stanno formando.
Se consideriamo, ad esempio, il grafico a 30 minuti del Future Dax nella giornata di venerdì 8 maggio u.s., è possibile osservare che sulla barra/candela che va dalle 16 alle 16:30 i prezzi hanno oscillato tra i valori 4.952 e 4.891, e che ci sono stati complessivamente 34.012 contratti eseguiti, ma non riusciremo mai a capire quali sono stati i singoli prezzi più eseguiti, ossia esattamente quei “valori” che hanno indotto gli operatori a prendere posizioni importanti, accentuando la realizzazione del movimento ribassista (la barra, infatti, alla fine risulterà negativa). In pratica, non abbiamo il dettaglio di quanti contratti sono stati scambiati esattamente al prezzo di 4.952, quanti al prezzo 4.951, quanti al prezzo 4.950, e così via fino a 4.891, per quei 30 minuti.
In pratica, stiamo cercando i cosiddetti volumi per livello di prezzo, un’informazione che non è possibile ricavare dai grafici tradizionali, ma che richiede una particolare rielaborazione quantitativa con la conseguente necessità di dover scegliere una più specifica rappresentazione grafica. Questo indicatore viene proposto dai software di analisi tecnica con diversi nomi, come “Volume-Prezzo”, “Volume Profile”, “Price/Volume”, “Tick Distribution”, ecc., e consiste nella rappresentazione dei volumi come istogrammi orizzontali a fianco delle consuete barre/candele/istogrammi dei prezzi, allo scopo di spiegare come proprio questi prezzi si distribuiscano statisticamente all’interno del range della seduta di Borsa.
Anche se ad alcuni lettori potrà sembrarlo, l’indicatore dei volumi per livello non è una novità assoluta ma deriva dal più famoso Market Profile, un’altra particolare rappresentazione grafica ideata e sviluppata nei primi anni ’80 da un funzionario del CBOT-Chicago Board of Trade. Nel corso degli anni, con varie simulazioni ed applicazioni pratiche, partendo dalle regole istituzionali del Market Profile siamo riusciti a conferire un’interpretazione innovativa ai volumi orizzontali e, solo su quest’ultimi, a implementare diverse strategie di trading.
Non potendo entrare ulteriormente nel dettaglio in questa occasione, possiamo però sintetizzare che la tecnica operativa si basa principalmente sull’individuazione delle possibili configurazioni a forma di “campana” che si possono trovare all’interno dell’accumulo dei volumi per livello, con riferimenti statistici ben precisi alla curva di Distribuzione Normale (o Gaussiana).
<
Le strategie di trading che presenteremo al prossimo ITForum si basano proprio sui volumi per livello e sono state testate con successo sui principali contratti future e sulle azioni italiane più liquide.
In particolare, ci soffermeremo sulle due tecniche intraday più importanti: la prima riguarda la possibilità di sfruttare le fasi di congestione dei prezzi che continuano a muoversi sempre nello stesso trading range (ossia, all’interno della stessa “campana” di volumi orizzontali) con operazioni di breve/brevissimo orizzonte temporale. La seconda, invece, ha obiettivi temporali più estesi e descrive le modalità operative da adottare quando i prezzi si trovano al di fuori delle “campane” dei volumi per livello.