INSIDE THE NEWS – ITForum Newsletter 20

SALUTIAMO IL 2008 ASPETTANDO IL 2009, CONVINTI CHE DIFFICILMENTE POTRA’ ESSERE PEGGIO…

Botta & risposta a cura di Diego Pastorino

Domanda: Convinti o speranzosi, certo è che chi come me segue i mercati da oltre 25 anni non aveva mai visto un anno come questo e, anche interpellando la Storia, si deve andare molto molto indietro…

Per chiudere in bellezza, sballottato tra il crack Madoff e il denaro a costo ZERO negli Stati Uniti, agli autori di ITForum ho chiesto che mercati ci possiamo aspettare nel 2009, quali strategie adottare, quale asset allocation privilegiare, quali asset class preferire e con quali strumenti… In ordine rigorosamente alfabetico vi riporto i loro punti di vista, spesso contrastanti ma sempre motivati, una guida utile per capire di più, un buon modo per salutarci e dirci “arrivederci” nel 2009.

Alessandro Aldrovandi: Dal momento in cui ho ricevuto la tua domanda, ad adesso che sto scrivendo la risposta, il gigantesco crack Madoff ha lasciato il posto ad un altro imprevedibile evento: la decisione della Fed di azzerare il costo del denaro. Si tratta di una variabile fondamentale per l’economia mondiale, con tutte le possibili ricadute macroeconomiche e a tutti i livelli. Un evento davvero storico, con conseguenze al momento non prevedibili, tant’è che non si riesce a capire se questo estremo taglio dei tassi corrisponda alla volontà delle istituzioni finanziarie di invertire con forza e autorità l’andamento del ciclo economico, oppure se si è stati costretti ad attuarlo come conseguenza di una recessione ben più grave e lunga di quella che appare.
Il tasso di interesse a 0,25% o 0,50% mi ricorda gli studi universitari e, in particolare, il fenomeno della “trappola della liquidità”, un modello macroeconomico comportamentale secondo il quale con i tassi a zero viene a mancare il vantaggio per gli operatori di far circolare i capitali. Investire denaro o i propri risparmi in titoli di Stato allo 0,25% equivale praticamente a tenerli sotto il materasso e, nell’alternativa, si preferisce il materasso, che è ancora più sicuro. Ne consegue la difficoltà degli Stati con elevato debito pubblico di potersi finanziare, l’aumento delle imposte, la diminuzione dei consumi e degli investimenti, ecc…una situazione che continuerà ad avvitarsi su se stessa o, nella migliore delle ipotesi, a immobilizzare una intera economia. A livello pratico, ricordo che una decisione simile è stata presa dalla banca centrale del Giappone negli anni ’90, proprio per arginare l’imperante crisi che stava travolgendo quel paese dopo il boom del decennio precedente. Mi sembra che a distanza di 15 anni, il Giappone sia rimasto al punto di prima, nessuna crescita, nessuno sviluppo, tassi ancora azzerati, deflazione sempre prevalente e indice di Borsa Nikkei225 sempre sotto dell’80% rispetto ai massimi del 1990. Se negli Usa avvenisse la stessa cosa, negli stessi termini e nelle stesse proporzioni, significherebbe aspettarsi l’indice S&P500 a 320 punti nel 2022…
Con questa lunga premessa, rimango certamente pessimista riguardo la crisi economica in corso, ma non riesco ad esserlo altrettanto nei confronti delle Borse azionarie. Nel corso del 2009 forse potremo vedere ancora altri minimi storici (vicini a quelli segnati negli ultimi mesi), ma la situazione non dovrebbe precipitare drammaticamente. Poichè la volatilità potrebbe rimanere molto elevata a causa di notizie, eventi, crack, piani di ristrutturazioni, ecc…risulterà anche molto difficile individuare una precisa direzionalità di fondo dei mercati, comprese le eventuali fasi di inversione.
In pratica, per il 2009 la mia parola d’ordine sarà “imprevedibilità”. Pertanto, imporrò al mio trading quotidiano di rimanere rigorosamente intraday, di evitare posizioni overnight, di limitare l’effetto leva dei futures che utilizzo, di entrare con un numero di contratti inferiore, di applicare rigidamente gli stop loss, di fare operazioni di breve durata (quasi come lo scalping) e, soprattutto, evitare di fare previsioni, ma limitare il tutto ai grafici ed ai livelli di prezzo; il tutto in modo molto rigido, quasi fossi una macchina che esegue i segnali del proprio trading system. So già in partenza che non sarà un anno ricco di soddisfazioni economiche per il mio trading, ma sicuramente mi metterò al riparo da molti rischi: da tutti questi rischi che nel periodo 2003-2007 avevo dimenticato e che la crisi del 2008 mi ha ricordato.